Il bebè a 10 settimane
Il bebè a 10 settimane
Va meglio? Forse no. Può sembrare che le ultime 10 settimane siano trascorse in un battito di ciglia, e potrai chiederti che ne è stato di questi giorni. I neonati assorbono una quantità incredibile di tempo e di energia, per lo più in attività ripetitive e persino noiose. I bebè sono meravigliosi, ma sono anche molto vulnerabili e dipendenti. Solo con il tempo, lo sviluppo graduale e un atteggiamento premuroso impareranno ad essere autonomi.
Non sottovalutare l’importanza di quello che stai facendo. Forse ora non te ne rendi conto, ma il tuo impegno sarà ripagato.
“Nessuno mi ha detto che mi sarei sentita così!”
Molti genitori si sentono in colpa se non pensano che ogni momento con il bebè sia meraviglioso. Si aspettano che questo sia uno dei periodi più felici e soddisfacenti della loro vita. Quando non lo è o non si realizza ciò che hanno sempre sognato, la delusione è cocente.
Cerca di essere sincera riguardo a come ti senti e trova persone che la pensino come te. I gruppi per genitori possono essere molto utili per il sostegno emotivo, che puoi trovare anche in amici, vicini e altri genitori che hanno avuto esperienze simili. Non pensare di essere l'unica persona a provare queste sensazioni. In realtà, i sentimenti e gli atteggiamenti che riguardano l’essere genitori sono molto più comuni di quanto crediamo.
Allattamento
Tra tutte le cure che presti al tuo bambino, soddisfare le sue esigenze nutrizionali è una delle più impegnative in termini di tempo. L'allattamento al seno, al biberon o una combinazione di entrambi, richiede tempo e pianificazione. Uno dei vantaggi dell'allattamento al seno è che è disponibile in qualsiasi momento ovunque tu sia.
Sonno
A questa età il bebè ha certamente sviluppato una sua routine per addormentarsi. Forse si appisola subito dopo la prima poppata mattutina, oppure può essere questo il momento in cui ama stare sveglio. A metà mattina può essere agitato e avere difficoltà a riaddormentarsi. Di pomeriggio potresti trovarti a fare lunghe passeggiate spingendo la carrozzina, perché è l'unico modo per quietarlo.
Il sonno cambia costantemente durante la crescita del bambino. Non è una condizione statica o stabile e riflette via via i cambiamenti che si verificano nella sua giovane vita. Come ogni genitore, puoi cercare di stabilire un programma quotidiano definito e certo, ma questo non sempre è possibile. I fratelli maggiori devono essere accompagnati a scuola e hai bisogno di fare la spesa. In sostanza, la vita deve andare avanti.
Cerca di integrare la cura del bebè nello stile di vita famigliare e sii flessibile sul modo di fare le cose. È improbabile che ogni giorno sia esattamente uguale a quello precedente. Puoi trovare conforto nel sapere che ciò che conta è il modo in cui accudisci e cresci il tuo bebè nel corso dei mesi, piuttosto che la precisione dei tempi riservati alle cure giornaliere.
Comportamento e sviluppo
Scoprirai che il tuo piccolo è ora in grado di sostenere un po' del suo peso sulle sue gambette. Tienilo saldamente in posizione eretta e osservalo reggersi in piedi per un momento o due. Naturalmente, se è stanco, affamato o irritabile, non è certo il momento migliore. Osserva il suo faccino mentre si concentra per rimanere in equilibrio.
Questa settimana ti delizierà con tanti vocalizzi, versetti e persino pernacchie. Le sue ghiandole salivari, infatti, sembreranno lavorare a pieno ritmo, tanto da farti pensare all’avvio della dentizione. A meno che non sia particolarmente precoce, non è però questo il caso. I primi dentini fanno capolino solitamente dopo i 6 mesi, anche se, come per ogni altra cosa, ci sono differenze da bambino a bambino.
Il pianto
A questo punto avrai certamente imparato a riconoscere i diversi tipi di pianto del tuo bebè: può piangere quando è stanco e vuole dormire o piagnucolare per dirti "sono ancora sveglio"; gridare per la fame o un altro bisogno impellente, o anche solo quando ha voglia di una coccola rassicurante. Alcuni genitori concordano nel ritenere che sia possibile interpretare il pianto ascoltandone il suono. Altri prestano attenzione al tono e all'intensità e alle sensazioni che genera in loro. Non c'è un modo giusto di reagire. In definitiva, l’importante è che i genitori siano sensibili e si prendano cura del bebè che piange, senza lasciarlo solo a disperarsi.
I bambini in questa fascia d’età non sono in grado di modificare il loro comportamento in base al modo in cui i genitori si prendono cura di loro. Sono semplicemente troppo piccoli e il loro cervello è troppo immaturo per farlo.
L'unico mezzo di comunicazione del bebè è il pianto e fino a quando non potrà parlare e raccontare ciò che non va, dovrai sviluppare capacità di deduzione e fidarti della tua voce interiore.
Routine
Cerca di essere un po' flessibile sui tempi delle poppate e sfrutta i segnali che il tuo piccolo invia per farti sapere che ha fame. La ricerca del capezzolo quando lo tieni in braccio, i pugnetti in bocca, il non riuscire ad addormentarlo e il fatto che siano passate un paio d'ore dall'ultima poppata sono tutti indizi che devono indurti a pensare che abbia fame.
Ugualmente, cerca di essere altrettanto sensibile e attenta ai segnali di sazietà del bebè: smette di succhiare, allontana il visino dal capezzolo, si agita se lo metti in posizione di allattamento o si addormenta verso la fine della poppata.
Trascurando questi segnali e continuando a offrire latte,il piccolo potrebbe imparare nel tempo a ignorare i segni di sazietà trasmessi dal suo organismo e, a lungo andare, potrebbe soffrire di disordini alimentari.
I bambini sani e ben nutriti sono in grado di capire quando sono pieni e non vogliono altro latte. Il compito dei genitori è ascoltarli.
Cosa aspettarsi
Se a volte hai ancora voglia di piangere, concediti di farlo. Gli sbalzi ormonali nelle neomamme sono ancora comuni in questa fase, ed è del tutto normale sentirsi arrabbiata, triste, sopraffatta ed esausta. Tuttavia, se ti senti molto in ansia e non in grado di affrontare la fatica di ogni giorno, potresti essere depressa.
La depressione postnatale colpisce circa il 10-15% delle donne che partoriscono, il che lo rende un disturbo ragionevolmente comune. Se pensi di poter essere depressa o non ti godi il tuo bebè come potresti, parlane con uno specialista, l'infermiera della clinica o il medico di famiglia.