Varicella
Varicella
La varicella è una malattia comune durante l’infanzia, ma possono contrarla anche gli adulti. Tende a essere più grave negli adulti, che corrono un rischio maggiore di sviluppare complicanze rispetto ai bambini.
In Italia, il vaccino contro la varicella è obbligatorio per i bambini nati dopo il 2017.
Secondo il calendario vaccinale italiano, i bambini andrebbero vaccinati contro la varicella all’età di due anni e poi nuovamente a sei. Inoltre, i bambini, gli adolescenti e gli adulti che rientrano nei gruppi a rischio potrebbero avere beneficio dal vaccino. La varicella può essere molto contagiosa per le persone che non sono state vaccinate o che non l’hanno mai contratta. Se sei stata vaccinata e contrai l’infezione, i sintomi saranno più lievi.
Che cos’è esattamente la varicella?
La varicella è una malattia causata dal virus Varicella Zoster. Provoca un’eruzione pruriginosa caratterizzata da vescicole che è impossibile non provare a grattare. Generalmente le vescicole impiegano da cinque a dieci giorni per seccare e cadere.
Se non sei stata vaccinata, o non l’hai mai avuta, puoi contrarre la malattia in qualsiasi momento della tua vita. Alcune persone la sviluppano in forma grave e possono ammalarsi seriamente. Altre, invece, non sembrano prenderla in maniera così intensa e non hanno troppi problemi.
Chi è più a rischio di complicanze legate alla varicella?
Le persone più a rischio sono:
Neonati e bambini che non sono mai stati vaccinati o le cui madri non hanno mai avuto la varicella.
Soggetti immunodepressi (per cui il corpo non può combattere l’infezione) a causa di malattie o farmaci, come ad esempio chi è in cura per il cancro e si sta sottoponendo a chemioterapia oppure le persone affette da HIV/AIDS. In questi casi le complicanze prevedono polmonite ed encefalite (infiammazione del cervello).
Donne incinte che non hanno mai avuto la varicella. Se contratta durante la gravidanza, l’infezione può provocare malformazioni del feto e altre complicanze.
Soggetti non immuni alla varicella. Esistono due modi per sviluppare l’immunità alla malattia: contrarre la varicella prima della gravidanza, in modo che il corpo possa sviluppare una resistenza attiva, oppure vaccinarsi. Una volta contratta la varicella, è improbabile contrarla nuovamente ma, in caso succedesse, non sarebbe grave come la prima volta.
Come si diffonde la varicella?
La varicella si trasmette tramite contatto diretto con l’eruzione cutanea o con le vescicole e attraverso le goccioline che si diffondono nell’aria con la tosse e gli starnuti. Il fluido contenuto nelle vescicole e il muco della persona infetta sono molto contagiosi e, se vengono in contatto con la bocca (o inalati), è probabile che si possa contrarre la malattia. Ecco perché è importante lavarsi le mani dopo aver toccato le vescicole e gettare via tutti i fazzoletti usati. Un’altra modalità di trasmissione è rappresentata dalla condivisione di muco e saliva, per cui niente baci.
Inoltre, è possibile che i bambini sviluppino la varicella dopo essere stati a contatto con una persona colpita dal fuoco di Sant’Antonio. (Vedi sotto per informazioni sul fuoco di Sant’Antonio)
Il picco della contagiosità inizia uno o due giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea quando si manifestano i sintomi simil-influenzali. Sarai contagiosa finché tutte le vescicole non saranno secche e non avranno formato una crosta. Questo processo dura generalmente 5-10 giorni dalla comparsa dell’eruzione cutanea.
Limitare la diffusione della varicella
I bambini che frequentano l’asilo nido o la scuola devono essere isolati dal momento in cui compare l’eruzione cutanea fino a quando tutte le lesioni si saranno seccate e avranno formato una crosta. Se hai contratto l’infezione anche tu, è meglio rimanere a casa finché tutte le macchie non avranno formato una crosta.
Presta la massima attenzione alle pratiche igieniche. Lavati le mani dopo aver toccato la persona infetta. Evita di condividere tazze, posate, asciugamani, biancheria da letto e vestiti con la persona infetta.
Lava lenzuola e coperte e tutto quello che entra in contatto con la persona infetta.
Sbarazzati dei fazzoletti usati in quanto il virus può diffondersi attraverso gli starnuti, la tosse e il muco o la saliva.
Sii responsabile ed evita gli assembramenti, le donne incinte, i bambini piccoli, le persone non immuni o immunodepresse (ad esempio durante la chemioterapia).
Periodo di incubazione della varicella
Tra il momento dell’esposizione al virus della varicella e la comparsa dell’eruzione cutanea passano circa 10-21 giorni. In questa fase ti sentirai generalmente bene finché, verso la fine del periodo di incubazione (1-2 giorni prima della comparsa dell’eruzione cutanea), potresti iniziare a sentirti stanca, debilitata e con un senso di malessere generale come se avessi l’influenza. Se hai il sospetto che tuo figlio sia stato a contatto con un soggetto affetto da varicella e non si sente bene, portalo dal pediatra o in ospedale.
Quali sono i sintomi della varicella?
I sintomi della varicella si presentano in due fasi:
Inizialmente i sintomi sono simili a quelli dell’influenza, per cui febbre alta (oltre 38°), stanchezza, inappetenza e mal di testa, motivo per cui la varicella potrebbe essere scambiata per un’altra malattia. Nel momento in cui compare l’eruzione cutanea, potresti aver contratto l’infezione già da qualche tempo e averla trasmessa ad altre persone.
Successivamente compare l’eruzione cutanea rivelatrice (macchioline rosse) che si trasforma rapidamente in vescicole piene di liquido trasparente che compaiono su viso, petto e schiena prima di diffondersi sul resto del corpo. Le vescicole della varicella non hanno delle zone preferite in cui svilupparsi. Orecchie, genitali, narici e contorno occhi: praticamente non si salva nessuna parte del corpo. Le vescicole possono comparire anche sul cuoio capelluto e alcune persone non riescono a pettinarsi i capelli per settimane finché hanno la varicella.
Queste vescicole danno molto prurito e può diventare praticamente impossibile non grattarsi. Potresti accorciare le unghie di tuo figlio in modo da evitare che si gratti. Grattandosi, le vescicole possono scoppiare provocando dolore e le lesioni potrebbero infettarsi, facendo così aumentare la probabilità di cicatrici.
La varicella può durare da 5 a 10 giorni perché, mentre alcune vescicole si trasformeranno in croste e seccheranno, potrebbero formarsene di nuove. Non ti preoccupare, di solito le vescicole diventano croste nel giro di una settimana e, una volta che saranno cadute, il peggio sarà passato.
Cosa posso fare per evitare che mio figlio prenda la varicella?
Vaccinarsi è il modo migliore per evitare di contrarre la varicella.
Esiste un vaccino molto efficace per evitare che i bambini contraggano la varicella. Si consiglia di vaccinare il bambino all’età di due anni e di provvedere alla seconda dose a sei anni. Se il tuo bambino non è stato ancora vaccinato, parlane in ospedale, con il pediatra o con uno specialista. Il vaccino contro la varicella è obbligatorio per i bambini nati dopo il 2017.
Una sola dose (somministrata all’età di due anni) sarà efficace all’85% per prevenire qualsiasi forma di varicella e al 100% nel caso delle forme gravi. In altre parole, sarà comunque possibile contrarre la malattia, ma non sarà così grave come se la persona non fosse stata vaccinata. Con la seconda dose (somministrata all’età di sei anni), il vaccino si rivela efficace quasi al 100% nella prevenzione delle forme più o meno gravi di varicella.
Qual è la terapia per la varicella?
Non esistono terapie o cure specifiche per la varicella, dato che l’unica cosa che si può fare è cercare di alleviare i sintomi. Essendo causata da un virus, gli antibiotici non sono efficaci.
Agisci sul dolore: Il paracetamolo, alla dose e con la frequenza consigliata, può essere utile ad abbassare una temperatura elevata e ad alleviare il senso di malessere. Se tuo figlio ha la varicella NON usare mai farmaci contenenti aspirina, perché è stata associata alla Sindrome di Reye (una malattia grave che colpisce il fegato e il cervello e che può portare alla morte).
Agisci sul prurito: Esistono lozioni e prodotti da risciacquo di vario genere che possono essere aggiunti all’acqua calda del bagno per aiutare a ridurre il prurito. Possono essere molto lenitivi, soprattutto in estate quando il sudore tende a far peggiorare l’irritazione cutanea. Usa delle lozioni a base di camomilla o chiedi al tuo farmacista di indicarti dei gel rinfrescanti specifici. Tieni corte le unghie del tuo bambino perché, grattandosi, potrebbe provocare infezioni e cicatrici. Potresti anche coprirgli le mani con delle calze o dei guanti per evitare che si gratti durante il sonno.
Tienilo idratato: Offrigli molta acqua per tenerlo idratato. I ghiaccioli possono aiutare a placare la sete se la bocca è piena di vescicole.
Fallo stare comodo: La sudorazione può far peggiorare il prurito, per cui quando il tuo bambino ha la febbre, è meglio vestirlo in modo che non abbia troppo caldo (o troppo freddo). L’ideale sono vestiti e pigiami larghi, morbidi o in cotone che non irritano la pelle. Evita le spugnature con l’acqua fredda, perché in questo modo il bambino si raffredderà troppo e inizierà a tremare.
Cos’è il fuoco di Sant’Antonio?
Il fuoco di Sant’Antonio è provocato dal virus Varicella Zoster, lo stesso responsabile della varicella. Si può contrarre la varicella da una persona affetta dal fuoco di Sant’Antonio, ma non è possibile contrarre il fuoco di Sant’Antonio da una persona colpita dalla varicella.
Il fuoco di Sant’Antonio è essenzialmente la ricomparsa del virus della varicella con cui si è entrati in contatto diversi anni prima. Il virus resta dormiente nelle terminazioni nervose e, se il sistema immunitario di una persona non lavora a dovere (ma anche senza alcun motivo apparente), il virus può riattivarsi e causare il fuoco di Sant’Antonio. Compaiono così lesioni dolorose simili a vescicole, più frequentemente su un solo lato del viso o del corpo.
La terapia prevede la somministrazione di farmaci antivirali specifici e analgesici. Per il resto, la terapia è simile a quella della varicella: riposo, idratazione e, cosa più importante, evitare di grattarsi!