Ricerca di attenzione
Ricerca di attenzione
Gli esseri umani sono creature sociali. Siamo nati con il desiderio di vivere e interagire con gli altri, dare e ricevere attenzione da chi ci circonda. Gli adulti sono in grado di stabilire quando è appropriato cercare attenzione (almeno la maggior parte).
Alla nascita, trascorriamo molto tempo a tenere in braccio, cullare o nutrire il bambino. La saggezza della natura ha previsto che le persone rispondano immediatamente al pianto di un neonato, consentendogli di sopravvivere. Nei prossimi anni (cioè la prima infanzia), i nostri piccoli inizieranno a scoprire l’ambiente e le persone che li circondano.
Rinforzo positivo
Rivolgere attenzione positiva a un bambino è un ottimo sistema di aumentarne l’autostima. Per esempio, se tenta di aiutare a sparecchiare la tavola, possiamo parlargli mentre lavora e ringraziarlo per l’impegno. Ciò produce un effetto costruttivo, in quanto il bambino è soddisfatto di sé ed è più probabile che ripeta questa comportamento in futuro. Anche se forse non ha effettivamente contribuito in alcun modo, il fatto di avere tentato di aiutare indica che continuerà a “mettere in pratica” questo comportamento e migliorare il risultato finale.
Comportamento negativo
D’altra parte, la ricerca di attenzione può essere estremamente negativa dal punto di vista di un genitore. Se il bambino inizia a urlare perché si è appena accorto che sei al telefono o inizia a fare i capricci perché non gli hai letto qualcosa SUBITO, a volte può essere frustrante anche per il genitore più paziente.
Gli esperti ci consigliano di IGNORARE il comportamento. Questo è sensato in quanto, se cedi, il bambino imparerà che comportandosi in questo modo, otterrà ciò che vuole. Ancora peggio è cedere a volte davanti al suo comportamento. Imparerà la lezione per cui continuando a urlare sempre più forte, a volte otterrà ciò che vuole (ma se non ci prova, allora non lo otterrà di sicuro). Si ha quindi un’escalation nel comportamento finché il bambino o il genitore (o entrambi) perde il controllo.
È comunque importante rendersi conto che, un bambino impegnato ad attirare l’attenzione, in realtà vuole dirci di averne davvero bisogno! Tutti noi chiediamo l’attenzione di chi ci circonda per sentirci amati e apprezzati. Quando ci sentiamo osservati, “sappiamo” di essere importanti per qualcun altro e questo aumenta la nostra autostima. Lo stesso vale per i bambini! Non basta quindi ignorarli per risolvere la questione!
Ignoriamo il comportamento inopportuno, ma iniziamo a cercare il comportamento positivo. In questa situazione è utile “rilevare un comportamento positivo”. Se il bambino esprimere la necessità di ricevere attenzione, devi trovare una situazione positiva in cui dargli serenamente ciò di cui ha bisogno.
Per esempio, vai da tuo figlio, mentre sta colorando tranquillamente, e digli che sei davvero orgogliosa di quanto sia concentrato e forse di quanto è migliorato dall’ultima volta che ha svolto una determinata attività (ma SOLTANTO se è vero! Non mentire a un bambino, imparerà a non fidarsi di te o si confonderà quando altri gli diranno qualcosa di diverso).
Coccolalo e dagli un bacio, quindi potresti coinvolgerlo in qualsiasi attività tu stia svolgendo. Il bambino riceve attenzione positiva e non dovrà impegnarsi in un comportamento mirato a richiederla (non confondere la ricerca di attenzione con l’essere frustrato o arrabbiato).
Suggerimenti per i genitori per gestire il comportamento mirato a richiedere attenzione
Ecco alcuni metodi rapidi per gestire i comportamenti mirati a richiedere attenzione:
IGNORARE
Non cedere alla ricerca di attenzione, MAI!
SPIEGARE
Pronuncia semplicemente una breve frase (per es. “La mamma non ti leggerà niente finché non avrai smesso di urlare”).
OSSERVARE
Cerca un comportamento positivo in cui il bambino si impegna (anche se solo per pochi secondi! Talvolta devi essere molto veloce nel rilevarlo).
CONCEDERE ATTENZIONE
Dedica buona parte della giornata a concedere attenzione al bambino. Può essere un’attività formale (come leggere per lui, dipindere/disegnare, ecc.) o informale (consentire al bambino di mescolare acqua e farina, mentre prepari i biscotti).
INCORAGGIARE
Promuovi qualsiasi tentativo possibile da parte del bambino di dimostrare un comportamento indipendente. Invece di avere un bambino che urla quando vuole bere, a seconda della sua età, potresti mostrargli come prendere una tazza o versare il succo di frutta. L’indipendenza fa sì che il bambino abbia meno bisogno di ricevere attenzione per così tanto tempo.
Insomma, come genitori dobbiamo accettare che la ricerca di attenzione sia un’altra di quelle fasi che i bambini attraversano (e alcuni adulti purtroppo non perdono mai). Dobbiamo trovare un modo per eliminare le situazioni negative e aumentare quelle positive, in modo che sia tu, sia il bambino siate meno stressati e possiate apprezzare maggiormente la reciproca compagnia.